185° della morte di Girolamo Segato

La formula bruciata.

I primi di febbraio del 1836 una grave infezione polmonare durata tre giorni, stroncò l’avventurosa vita di Girolamo Segato (Sospirolo – Certosa di S. Marco di Vedana 13 giugno 1792 – Firenze 3 febbraio 1836) a soli 44 anni nella sua abitazione-laboratorio all’ultimo piano di palazzo Feroni-Spini. Alla morte seguirono molte attestazioni di stima per le sue ricerche e qualche critica procurata dall’invidia. Il riconoscimento della fama e l’apprezzamento per la personalità umana e scientifica di Segato fu evidenziata a Firenze dall’imponenza della folla che partecipò alle sue esequie nella Chiesa di S. Trìnita e dalla successiva tumulazione nel chiostro della Chiesa di S. Croce, accanto alle tombe dei più illustri italiani. Nel marzo-aprile del 1936 in occasione del centenario della morte, Alessandro Da Borso pubblicò l’articolo «Onoranze a Girolamo Segato», in cui fece riferimento a una lettera scritta il 23 marzo 1836 dal marchese Carlo Strozzi di Firenze al naturalista bellunese Tommaso Catullo, professore e amico di Segato. Tra le varie notizie questa lettera svela il mistero della sorte della formula della cosiddetta «pietrificazione» che non si è più ritrovata tra le carte nell’alloggio di Segato dopo la sua scomparsa, lasciando un alone di mistero: «Nell’agosto scorso [1835] alla sua stanza Segato trovò gli ingegni della sua porta rovinati; ricevé in seguito due lettere anonime che lo avvisarono di stare in guardia perché vi erano persone che non solo volevano derubarlo de’ pezzi già pietrificati ma volevano rapirgli inoltre le carte sue che ne parlavano. Tutto allora fu [da lui] abbruciato, fuorché i disegni e le carte spettanti all’Egitto e alla Nubia…». Da allora in molti hanno tentato di comprendere la formula e ripetere le tecniche utilizzate per le sue scoperte, ma senza riuscirvi allo stesso modo. Commenta sconsolato Da Borso in riferimento alla reazione che si ebbe a Belluno alla notizia della morte di Segato «E intanto a Belluno che doveva essere il primo a parlarne si dorme…». Fu, almeno in seguito, inaugurato un busto marmoreo di Segato offerto dalla cittadinanza con una raccolta di fondi avviata dallo stesso Catullo, che è ancora oggi esposto nel Municipio di Belluno nella sala antistante l’ufficio del Sindaco. Nel 1933 a lui fu dedicato l’Istituto Tecnico Industriale e il nome di una centrale via cittadina e nel 2018 il Comune di Sospirolo dedicò a Girolamo Segato la piazza principale del paese.Per nostra fortuna, grazie alle donazioni degli eredi (nel 1936 e nel 2018) al Comune di Belluno, alcuni scritti, disegni e appunti di Segato e la monumentale opera dell’Atlante del basso e alto Egitto illustrato dal professore Domenico Valeriani sui disegni di Denon e dello stesso Segato, stampato a Firenze tra il 1835 e 1837, sono conservati presso la Biblioteca civica. Nel 2015 fu acquistata dalla BCB in antiquariato la Carta geometrica della Toscana incisa da Segato nel 1831 e nel 2016 ci fu donata da persona che volle rimanere pubblicamente anonima, la mappa del canale navigabile di Alessandria d’Egitto incisa dal sospirolese nel 1826.Per la consultazione dei manoscritti si veda sulla Biblioteca Digitale: https://biblioteca.comune.belluno.it/biblioteca-digitale/ dove è possibile la loro lettura integrale.I reperti “pietrificati”, sempre donati dagli eredi al Comune di Belluno nel 1936, furono depositati presso il Museo civico per essere esposti al pubblico. Molti bellunesi di una certa età coltivano il ricordo della testa di donna, della mano o degli insetti “pietrificati”. Negli anni ’80 questi furono collocati nei sotterranei di una scuola e dal 2005 trasferiti per restauro e in deposito presso il Museo anatomico fiorentino: https://www.dmsc.unifi.it/vp-92-ll-museo-anatomico…. Oggi sono gli oggetti più interessanti e apprezzati di quella collezione museale.Bene farebbe Belluno a impegnarsi al ritorno in città di questi reperti e a organizzare una mostra, un convegno e molteplici percorsi e attività sul territorio che valorizzino gli studi, i diversi interessi, i documenti e i viaggi africani del grande naturalista, scienziato, esploratore, egittologo, chimico, cartografo, antropologo e disegnatore che fu Girolamo Segato. Nell’immagine un ritratto o autoritratto (?) a olio di G. Segato di proprietà privata.

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