
l 30 luglio scorso, in occasione del compleanno di Maria Agostina Campagna, nella quale si è svolta la conferenza “Un garbujo internazionale. Viagio di Dominicho Trivisano al Gran Soldano al Caero nel 1512. Di Zacharia Pagan da Cividal di Bellun” a cura di Giovanni Grazioli presso l’Aula Magna Seminario di Belluno, si è svolta tra i presenti una spontanea raccolta di fondi a favore della Biblioteca civica.
Con quanto raccolto è stato acquistato nel mercato antiquario librario il volume “Specchio geografico e statistico dell’impero del Marocco” opera di Jacopo Gråberg di Hemsö, stampato a Genova presso la tipografia Pallas nel 1834. Il libro ha un’importanza particolare per Belluno e mancava nelle preziose collezioni storiche della Civica. Alla fine del volume infatti c’è una grande carta (cm. 50×44) ripiegata dell’Impero del Marocco, incisa dal bellunese Girolamo Segato (1792-1836). L’esemplare, che ha un firma di possesso ottocentesca sul frontespizio, è ottimamante conservato e la carta del Marocco è perfetta. Dedicato al granduca Leopoldo II, quest’opera offriva un quadro completo della regione settentrionale dell’Africa negli aspetti geografico, etnografico, agricolo e commerciale, ed era corredato d’una aggiornata carta.
Ma chi è l’autore del libro con il quale Segato ha collaborato nella realizzazione di questa carta geografica due anni prima della sua morte a Firenze?
Lo svedese Jacopo Gråberg di Hemsö (1776-1847) diplomatico e erudito, fu viceconsole di Svezia a Genova (1811-1815), poi segretario consolare a Tangeri (1815-1821), console delegato del re di Sardegna (1819-1822) e infine console a Tripoli (1823). Dal 1841 fu bibliotecario alla Palatina di Firenze.
Il libro arrivato stamattina è stato subito catalogato, da domani sarà visibile sul catalogo in linea della Biblioteca civica.
Grazie ai cittadini di Belluno un altro documento del nostro scienziato, naturalista, esploratore, disegnatore, egittologo, antropologo e cartografo Girolamo Segato torna a Belluno.
Nelle immagini il frontespizio del libro e la carta incisa da G. Segato
