La nota trasmissione di RAI 3 Kilimangiaro che presenta documentari di viaggio da tutte le parti del mondo, domenica 14 febbraio, ha trattato il tema delle donne alpiniste. Tra queste merita una doverosa citazione anche Mary Gennaro Varale (1895-1963), una delle prime sestogradiste degli anni ’20. Contattati dalla redazione di Kilimangiaro abbiamo inviato una serie di fotografie di Mary Gennaro Varale da proporre a corredo della narrazione. La Biblioteca civica di Belluno conserva infatti documenti e fotografie della straordinaria alpinista nel fondo del giornalista sportivo Vittorio Varale (1891-1973) che ne era il marito. Bisogna evidenziare che Mary esercitò le sue eccezionali doti atletiche e di coraggio in un periodo storico nel quale le donne erano escluse – tra le varie attività e diritti – anche dall’arrampicata sportiva. Con caparbietà e passione, al contrario frequentò con assiduità tutto l’arco alpino, ma in particolare le Grigne e le Dolomiti bellunesi, realizzando 325 ascensioni documentate. Riccardo Cassin, Tita Piaz, Emilio Comici, Alvise Andrich, Furio Bianchet e Giuseppe Dimai tra i suoi compagni di cordata, con molte ascensioni in solitaria.E’ nota la coraggiosa lettera che Mary Varale scrisse alla sede del CAI il 20 luglio 1935, con la quale si dimise dal club alpino per protestare contro la annunciata e poi mancata assegnazione delle medaglie d’oro al valore sportivo a lei e ai suoi compagni di cordata dopo l’ennesima nuova via (aperta sul Cimon della Pala con Andrich e Bianchet), perché era evidente che il CAI non voleva premiare l’impresa per via del fatto che era stata compiuta con una donna.