Crepuscolo del pianoforte di Beniamino Dal Fabbro

Per i tipi di Edizioni Pendragon di Bologna, numero uno della collana Settime diminuite diretta da Antonio Castronuovo, è stato appena pubblicato con una veste agile e elegante, il saggio Crepuscolo del pianoforte di Beniamino Dal Fabbro (Belluno 1910 – Milano 1989). Il libro, che era uscito in prima edizione nel 1951 per Einaudi, è un’opera che voleva essere “una storia del trionfo e della decadenza del pianoforte”. Con una prosa elegante che ne fa un saggio di alto stile, in esso ampi capitoli narrano la biografia dello strumento, dall’infanzia cembalistica al trionfo pianistico romantico, dall’estenuata armonia debussiana alla senile fase novecentesca, per chiudersi con un ruvido giudizio sul languido tocco di Arturo Benedetti Michelangeli. La fresca appendice dei Cinquanta consigli ai giovani pianisti svela il rimpianto per una maestosa epoca della cultura e il desiderio che il crepuscolo del pianoforte sia solo la fugace spossatezza di una civiltà estenuata.
Scrive Castronuovo nella curata postfazione, arricchita da inediti del Fondo Dal Fabbro della Biblioteca civica di Belluno: “Opera elegante e scultorea, sorta da un flusso felicissimo di scrittura, Crepuscolo del pianoforte fu presto tradotto in varie lingue e collocò in grande stile Dal Fabbro nell’arena della musica: se prima era un critico di giornale, adesso era un autore di un saggio di valore, pubblicato da un editore di peso”.

Il libro è disponibile nelle librerie e in Biblioteca civica di Belluno

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