Belluno – palazzo Bembo, sala conferenze (II piano) – martedì 2 maggio – ore 18:00
Intervengono Silvia Benetollo, Roberta Fornasier, Giuseppe Mendicino e Simonetta Radice
Il volume comprende alcuni racconti realizzati tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80. Suddivisi in tre sezioni tematiche – memorie di guerra, incontri, storie di montagna e di pianura – offrono uno spaccato fedele della vita dell’autrice, essendo spesso frutto di spunti autobiografici. Per Zangrandi la montagna fu prima di tutto una scelta di vita: decise infatti di abbandonare Bologna poco dopo la laurea in chimica e il Cadore divenne non solo la sua terra d’adozione, ma anche il teatro della Resistenza che visse in prima persona e il suo luogo del cuore, dove costruì il rifugio Antelao, che aveva sognato insieme al comandante partigiano Severino Rizzardi, l’uomo che amò e che fu ucciso il 26 aprile 1945. Fu anche alpinista Giovanna Zangrandi, ma come lei stessa afferma:“per me la roccia era soprattutto un gioco fisico, elementare e gioioso, senza ismi, senza vanti, direi anche senza domani…”. L’ amore per quella terra che fu sua emerge invece soprattutto quando l’autrice è libera di vagare, quando può abbandonarsi al piacere di una corsa in bicicletta o concedersi tre giorni tutti per sé: “…Così raspavo tra sbrecciame, cavalli di frisia, rocciaie e ghiaioni, mi facevo anche indigestionedi vuoto, di azzurro, di solitudine inumana, di quella fredda e selvaggia allegria che ho sempre dentro quando non ho miei simili tra i piedi e sono nel silenzio dei miei regni.” Il titolo del libro – “Non voglio consigli, non voglio comandi” – riprende un passaggio del suo diario inedito: a riprova di una personalità femminile decisamente in anticipo sui tempi, capace di mantenersi forte e indipendente in un modo tutto suo, nonostante le difficoltà che la vita le riservò fin da bambina, Il libro viene pubblicato con la prefazione di Giuseppe Mendicino.
Ingresso libero