Giovanna Zangrandi a Borca di Cadore tra scrittura e vita

L’ANPI sez. Cadore “Giovanna Zangrandi”, la Biblioteca civica di Belluno e l’ISBREC, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Borca di Cadore, hanno organizzato nella frazione di Villanova di Borca in via Giovanna Zangrandi sabato 12 agosto alle ore 18.00, l’evento “Giovanna Zangrandi a Borca di Cadore, tra scrittura e vita”.

L’iniziativa è dedicato alla scrittrice e partigiana Giovanna Zangrandi (Galliera 13 giugno 1910 – Pieve di Cadore 20 gennaio 1988).

L’incontro, che si svolgerà nei prati adiacenti a quella che fu l’abitazione di Giovanna Zangrandi nella frazione di Villanova di Borca di Cadore, è stato curato da Giovanni Grazioli direttore della Biblioteca civica di Belluno, e prevede il seguente programma: saluto del Sindaco di Borca di Cadore; breve profilo biografico di Giovanna Zangrandi a cura di Giovanni Grazioli, letture di brani e racconti tratti dai libri di Zangrandi “I giorni veri, 1943-45”, “Anni con Attila” “Gente alla Palua” e “Racconti del Cadore” a cura della Compagnia del Moccolo e l’intervento “Zangrandi da Cortina d’Ampezzo a Borca di Cadore” di Roberta Fornasier, curatrice dell’Archivio Giovanna Zangrandi. Ci sarà poi un momento conviviale finale per tutti i partecipanti. In caso di pioggia l’evento si svolgerà presso La Scola nella sala polifunzionale in via don Natale Talamini 27 di Borca di Cadore.

Nel 1937 Alma Bevilacqua (Giovanna Zangrandi in realtà è lo pseudonimo letterario), dopo la laurea in chimica, le specializzazioni in farmacia e in geologia e la scomparsa dei genitori, lascia la città di Bologna dove viveva per trasferirsi in Cadore. Si stabilisce inizialmente a Cortina d’Ampezzo, dove insegna scienze naturali all’Istituto “Antonelli” e dove vive per 18 anni. In seguito decide, a causa del clima post-bellico ostile nei suoi confronti in Ampezzo, di spostarsi a Borca di Cadore.

L’amore per la montagna, lo sci e l’alpinismo, diventa l’elemento costante della sua vita, insieme alla passione per la scrittura, che poi coltiverà come principale occupazione, pubblicando 10 libri e oltre 400 racconti per i quali ha conseguito diversi premi letterari. Dopo l’8 settembre 1943 decide, in opposizione al fascismo e al nazismo, di schierarsi con la Resistenza e diventa staffetta partigiana della Brigata “P. F. Calvi”. Attività che svolge anche in pericolose azioni di trasporto di armi e esplosivi, nonché progettando sabotaggi sui ponti della viabilità locale stradale e ferroviaria, per ostacolare spostamenti e rastrellamenti delle forze armate tedesche. Ricercata dagli occupanti e oggetto di una taglia in denaro, vive gran parte di quegli anni in clandestinità svolgendo sempre il suo ruolo, adempiendo gli incarichi assegnatili a rischio della vita. Dopo la guerra, per perseguire un sogno condiviso a suo tempo con Severino Rizzardi, comandante partigiano ucciso dai tedeschi alla fine della guerra, progetta e costruisce, tra il 1946 e il ‘47, con una squadra di manovali, muratori, falegnami e squadratori da lei diretta, il rifugio Antelao sulla sella di Pradonego a 1800 m., a Pieve di Cadore. Dal 1957 decide di cambiare residenza e si trasferisce a Borca di Cadore dove costruisce una casa nella frazione di Villanova nei pressi del bosco e di fronte al monte Antelao. Nel paese trova un ambiente amichevole e favorevole alla sua persona e al suo lavoro di scrittrice. Ben accetta dalla comunità locale, dove rimane per più di trent’anni, svolge anche incarichi politici di consigliere e assessore comunale negli anni 1960-64.

Per questi motivi, nell’occasione, brani e racconti scelti sono prevalentemente ambientati nell’area del Comune di Borca di Cadore, così come i loro protagonisti.

L’intento della giornata è quello di ricordare un’importante figura di intellettuale, una delle partigiane più attive nella lotta di liberazione del Cadore e del Bellunese e una delle maggiori scrittrici italiane del Novecento. La partecipazione è libera e aperta a tutti.

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