Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore

Domenica 24 settembre alle ore 10:00 – Pozzale di Cadore (BL) nei pressi della Chiesa di S. Antonio da Padova via Sopracolle. Organizzano: ANPI Cadore sez. Giovanna Zangrandi, Biblioteca civica di Belluno e ISBREC, con la collaborazione del Comune di Pieve di Cadore.

“Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore” a cura di Giovanni Grazioli

Saluti della Sindaca di Pieve di Cadore

La Compagnia lavori in Corso: letture tratte da “Racconti partigiani e no”, “Il campo rosso” e “Racconti del Cadore”

Roberta Fornasier intervento su: “Pozzaline e altre donne nella letteratura di Zangrandi”

Luigi Da Rù e Letizia Lonzi – visita guidata alla chiesa di S. Antonio da Padova.

Seguirà momento conviviale.

Tutti sono invitati a partecipare. In caso di maltempo l’evento sarà rinviato a data da destinarsi

L’ANPI sez. Cadore “Giovanna Zangrandi”, la Biblioteca civica di Belluno e l’ISBREC, con il patrocinio del Comune di Pieve di Cadore, hanno organizzato a Pozzale di Cadore (Pieve di Cadore – BL) domenica 24 settembre alle ore 10.00, l’evento “Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore”.

L’iniziativa è dedicata alla scrittrice e partigiana Giovanna Zangrandi (Galliera 13 giugno 1910 – Pieve di Cadore 20 gennaio 1988).

L’incontro, che si svolgerà nei pressi della chiesa di S. Antonio da Padova in via Sopracolle nell’antico borgo di Pozzale, è curato da Giovanni Grazioli direttore della Biblioteca civica di Belluno che ne farà l’introduzione, prevede il seguente programma: letture di brani e racconti tratti dai libri di Zangrandi “Racconti partigiani e no”, “Il campo rosso” e “Racconti del Cadore” di Nanni Dorigo e Giorgia Segato della Compagnia del Moccolo, l’intervento di Roberta Fornasier, curatrice dell’Archivio Zangrandi sul tema “Pozzaline e altre donne nella letteratura di Zangrandi” e, a conclusione dell’evento, le visite guidate alla chiesa di S. Antonio curate da Luigi Da Rù e Letizia Lonzi.

Ci sarà poi un momento conviviale finale per tutti i partecipanti. L’ingresso è libero e aperto alla partecipazione di tutti.

Nel 1937 Alma Bevilacqua (Giovanna Zangrandi è lo pseudonimo letterario), dopo la laurea in chimica, le specializzazioni in farmacia e in geologia e la scomparsa dei genitori, lascia il Bolognese dove era nata per trasferirsi in Cadore. Si stabilisce inizialmente a Cortina d’Ampezzo, dove insegna scienze naturali all’Istituto “Antonelli”. In seguito decide nel 1957, a causa del clima post-bellico ostile nei suoi confronti in Ampezzo, di spostarsi a Borca di Cadore nella frazione di Villanova dove edifica una villetta.

L’amore per la montagna e i suoi sport diventa l’elemento costante della sua vita, insieme alla grande passione per la scrittura, che poi coltiverà come principale impegno, pubblicando 10 romanzi (prevalentemente con l’editore Mondadori) e oltre 400 racconti (su quotidiani e periodici nazionali).

Dopo l’8 settembre 1943 decide, in opposizione al fascismo e al nazismo, di schierarsi con la Resistenza e diventa staffetta e poi combattente partigiana della Brigata P. F. Calvi. Attività che svolge anche in pericolose azioni di trasporto di armi e esplosivi, nonché progettando sabotaggi sui ponti della viabilità locale stradale e ferroviaria, per ostacolare spostamenti e rastrellamenti delle forze armate tedesche. Ricercata dagli occupanti e oggetto di una taglia in denaro, vive gran parte di quegli anni in clandestinità svolgendo sempre il suo ruolo, adempiendo gli incarichi assegnati a rischio della vita. Dopo la guerra, è protagonista nell’attività giornalistica locale con “Val Boite” e “Nuovo Cadore”, due periodici che avrebbe voluto far diventare laboratori di politica e cultura, per la trasformazione democratica della società. Viste le difficoltà emerse, lascia l’incarico di direttore responsabile e intraprende un altro progetto. Si tratta di un sogno condiviso con Severino Rizzardi, comandante partigiano ucciso dai tedeschi alla fine della guerra ad Auronzo di Cadore: progettare e costruire un rifugio alpino sulla sella di Pradonego a quasi 1800 m. sulla montagna sopra Pozzale. Tra il 1946 e il ‘47, coordinando una squadra di manovali, muratori, falegnami e squadratori, edifica il rifugio Antelao e lo gestisce fino al 1951, per cederlo poi al CAI di Treviso.

Per questo motivo, nell’occasione, brani e racconti scelti sono ambientati nell’area del borgo cadorino, così come i loro protagonisti. Nell’occasione l’attenzione sarà in generale per le descrizioni zangrandiane della bellezza e della forza della natura e delle donne cadorine.

L’intento della giornata è quello di ricordare una delle partigiane più attive nella lotta di liberazione del Cadore e del Bellunese e una delle maggiori scrittrici e intellettuali italiane del Novecento.

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