Il 16 ottobre 1971, in un viaggio in Russia con la compagna Gigliola Beratto, visita la casa-museo dello scrittore Lev Tolstoj. Quella mattina nevica e la coppia noleggia un’auto per raggiungere la casa e poi visitare il monastero di Novodevičij.
Ecco la descrizione di quella visita: “Neve nel cortile e sugli alberi del giardino… La pelliccia del conte è appesa in anticamera. La scala di parata con orso impagliato come ‘servo-muto’. La sala da pranzo con caminetto e pianoforte.
Tutto è delicatamente lasciato, o messo al suo posto, dai cavallucci di legno dei bambini, ai loro quaderni e disegni infantili, gabbiette per merli, ecc. Le stanze della moglie di T., salotti con cuscini e divani. Un office-buffet, un economato. Una stanza per la servitù con due lettini, tra i quali la finestra. La camera delle figlie, tra l’educandato e di signorina che legge e scrive.
Tutto in buon ordine, con cordoni di rispetto tirati qua e là, soprattutto davanti al ‘gabinetto’ di T. con la grande scrivania nera a ringhierina intorta e le poltrone e il divano di cuoio nero trapuntato.
La cucina non era nel corpo principale della casa, al pari della lavanderia, del bagno, della scuderia, che si trovano in un fabbricato oltre la corte. Nel giardino un piccolo padiglione bianco, per conversazioni confidenziali, estive. Il quadro è autentico.”
La fotografia ritrae Dal Fabbro nel giardino della casa di Tolstoj